morti sul lavoro al 21 aprile 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 23 aprile Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 325 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 441 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia, sono monitorati anche quelli che non dispongono di nessuna assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL. Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 32 (49) Milano 6, Bergamo 2 Brescia 10 Como 1 Cremona 3 Lecco 1 Lodi Mantova 3 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio 1 Varese 23 EMILIA ROMAGNA 30 (37 ) Bologna 12 Rimini 1 Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 3 Ravenna Reggio Emilia 3 Piacenza 1 CAMPANIA 29 (38 ) Napoli 9, Avellino 4 Benevento , Caserta 8 Salerno 7 TOSCANA 24 (32) Firenze 9 Arezzo 2 Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 2 Prato 3 SICILIA 21 (28) Palermo 7 Agrigento Caltanissetta 1 Catania 4 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 3 VENETO 20 (27) Venezia 3 Belluno 1 Padova‎ 2 Rovigo 1 Treviso 4 Verona 5 Vicenza 4 PUGLIA 20 (28) Bari 5, BAT 2 Brindisi 3 Foggia 3 Lecce 4 Taranto 3 LAZIO 19 (29) Roma 7 Viterbo 2 Frosinone 5 Latina 1 Rieti TRENTINO ALTO ADIGE 16 (21) Bolzano 7 Trento 8 PIEMONTE 17 (24) Torino 7 Alessandria 2 (+1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 3 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli 1 ABRUZZO 13 (16) L'Aquila 3 Chieti 4 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 2 SARDEGNA 10 (14) Cagliari 3 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 MARCHE 10 (14) Ancona 3 Macerata 5 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 CALABRIA 8 (11) Catanzaro 3 Cosenza 3 Crotone Reggio Calabria 2 Vibo Valentia 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 6 (8) Genova 2 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 5 (7) Perugia 5 Terni BASILICATA 5 (8) Potenza 4 Matera 1 Molise 3 (4) Campobasso 2 Isernia1 VALLE D’AOSTA 2 Nel 2024 39 gli schiacciati dal trattore 167 nel 2023 29 gli autotrasportatori 42 i morti di fatica tra operai/e, bracciati, autotrasportatore, medici, infermieri 44 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente molto più degli uomini 15 i boscaioli morti

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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lunedì 30 aprile 2018

Video di Carlo Soricelli sui morti sul lavoro e sulla festa del 1° Maggio

https://www.facebook.com/carlo.soricelli/videos/10211748368241008/?comment_id=10211748453763146&notif_id=1525075626815282&notif_t=video_comment&ref=notif

1° Maggio con 450 morti sul lavoro dall'inizio dell'anno e di questi 220 hanno perso la vita sui luoghi di lavoro


     Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Report al 30 aprile
I morti sui luoghi di lavoro in tempo reale, domani ci sarà poco da festeggiare, indossate qualcosa di nero, domani non è una Festa, non può esserci una Festa dei lavoratori se ogni anno oltre mille famiglie portano il lutto per la morte per infortunio di un proprio caro.
Un primo maggio di morte per i lavoratori, numeri spaventosi che continuano a crescere da dieci anni, da quando il 1° gennaio 2008 aprii l’Osservatorio e dopo aver constatato che non c’era nessuno che monitorava in tempo reale le vittime d’infortunio. In questo momento siamo a 220 morti sui luoghi di lavoro erano 198 il 30 aprile del 2017, +10%. Erano 174 il 30 aprile 2008 + 21%. Chi parla di cali sarebbe opportuno che guardasse l’andamento dei morti sui LUOGHI DI LAVORO, i lavoratori che muoiono svolgendo un lavoro, e non in itinere. C’è un incredibile aumento del 22% di morti sui LUOGHI DI LAVORO in edilizia rispetto ai primi 4 mesi del 2017. L’aumento complessivo in questi dieci anni è sempre stato tendente al rialzo, come potete vedere dal grafico allegato. L’edilizia sui luoghi di lavoro registra, rispetto allo stesso periodo del 2017 uno spaventoso aumento del 21%: Abbiamo voluto questo 1° maggio fare un omaggio a Matteo Mondini dedicandogli l’apertura dell’Osservatorio. Matteo è un giovane di 36 anni, a 28 anni subì un gravissimo infortunio sul lavoro. Perso un braccio e ha subito nel corso degli anni ben 33 interventi chirurgici. Ma Matteo non si è arreso, e si impegna con molto coraggio per sensibilizzare contro queste tragedie che sono le morti sul lavoro. Grazie Matteo. Un’ ultima nota: tutti utilizzano i dati dell’Osservatorio, senza citare mai la fonte, eppure tra questi ci sono organizzazioni sindacali e politiche e istituti con milioni, se non miliardi di euro a disposizione. Perché non lo fanno loro questo lavoro e sfruttano quello degli altri: quello di un pensionato metalmeccanico che ci mette anche soldi di tasca propria per l'acquisto di materiale?
30 aprile 2018
Un 1° maggio listato a lutto
Dal 1° gennaio
220 morti sui luoghi lavoro in Italia

Con le morti sulle strade e in itinere che a nostro parere richiedono interventi diversi e specifici si arriva a superare già i 450 morti complessivi
Non possono esserci differenze tra i morti sul lavoro, noi monitoriamo tutti quelli che muoiono lavorando, qualsiasi lavoro svolgono, e non ci interessa se dispongono di assicurazioni diverse da quelle dell’INAIL, che non ne hanno nessuno o se sono anziani schiacciati dal trattore.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2018 per ordine decrescente
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province non sono conteggiati i morti sulle autostrade
LOMBARDIA 27 Milano (8), Bergamo (2), Brescia (3), Como (1), Cremona (2), Lecco (), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (2), Pavia (1), Sondrio (2), Varese () VENETO 24 Venezia (4), Belluno (1), Padova‎ (), Rovigo (1), Treviso (7), Verona (8), Vicenza (3).  PIEMONTE 18 Torino (8), Alessandria (1), Asti (2), Biella (), Cuneo (4), Novara (1), Verbano-Cusio-Ossola (2) Vercelli () CAMPANIA 17 Napoli (7), Avellino (1), Benevento (), Caserta (3), Salerno (6).  EMILIA ROMAGNA 16 Bologna (2), Rimini (1). Ferrara (4) Forlì Cesena (1) Modena (4) Parma (2) Ravenna (2) Reggio Emilia () Piacenza () TOSCANA 13 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (1), Livorno (2), Lucca (1), Massa Carrara (2), Pisa‎ (1), Pistoia (), Siena (4) Prato (). SICILIA 13 Palermo (2), Agrigento (2), Caltanissetta (1), Catania (5), Enna (), Messina (2), Ragusa (), Siracusa (1), Trapani‎ (). CALABRIA 12 Catanzaro (2), Cosenza (4), Crotone (3), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (1) ABRUZZO 10 L'Aquila (4), Chieti (2), Pescara (1) Teramo (2) LAZIO 9 Roma (4), Viterbo (1) Frosinone (1) Latina (2) Rieti (1). (1) SARDEGNA 7 Cagliari (1), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (1), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (), Sassari (3). Sulcis inglesiente () MARCHE 5 Ancona (), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (4). LIGURIA 5  Genova (3), Imperia (), La Spezia (1), Savona (1) )   FRIULI VENEZIA GIULIA 4 Trieste (), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (3).  BASILICATA 4 Potenza (3) Matera (1)  UMBRIA 3 Perugia (1) Terni (2). PUGLIA 3 Bari (), BAT (1), Brindisi (1), Foggia (), Lecce () Taranto (1) Molise 2 Campobasso (2), Isernia () TRENTINO ALTO ADIGE 1 Trento (1), Bolzano ().VALLE D’AOSTA()
A futura memoria postato il 25 gennaio 2018. Per l’INAIL sono 1029 i morti complessivi nel 2017 (compresi i lavoratori con mezzi di trasporto) Per l’Osservatorio Indipendente sono 1380 (ci sono anche 139 agricoltori schiacciati dal trattore che non sono stati conteggiati dall’INAIL, più tanti altri lavoratori che non appaiono tra le denunce INAIL.
Report morti sul lavoro nell’intero 2017
Nel 2017 dall’inizio dell’anno al 31 dicembre i morti sui luoghi di lavoro sono stati 632, oltre 1350 con le morti per infortunio con i mezzi di trasporto.
Il 1° gennaio 2018 l’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro ha compiuto 10 anni, da quell’anno i morti per infortunio sul lavoro sono costanti, in molti anni addirittura aumentati. E’ nato poche settimane dopo la strage alla Thyssenkrupp di Torino ed è dedicato a quei 7 lavoratori morti in modo disumano.
Oltre 1.500.000 di persone hanno visitato l’Osservatorio in questi dieci anni. Vi ringraziamo per la vostra sensibilità.
Report morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017
Dall’inizio dell’anno al 31 dicembre sono morti sui luoghi di lavoro 632 lavoratori: con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i 1400 morti complessivi. Gli agricoltori schiacciati dal trattore sono come tutti gli anni il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. L’agricoltura, come tutti gli anni, supera abbondantemente il 30% di tutti i morti sul lavoro. Il 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno più di 60 anni. Gli edili superano il 20% di tutti i morti sul lavoro. La maggioranza di queste vittime cadono dall’alto; dai tetti e dalle impalcature. Nelle aziende dove è presente il sindacato le morti sono quasi inesistenti: le poche vittime nelle fabbriche che superano i 15 dipendenti sono per la stragrande maggioranza lavoratori che lavorano in aziende appaltatrici nell’azienda stessa: spesso manutentori degli impianti. La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni. Anche il Jobs act per la possibilità di essere licenziati, senza appello, ma solo con un po’ di denaro, rende i lavoratori licenziabili se si oppongono a svolgere un lavoro pericoloso. Gli stranieri morti per infortunio, sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, è così tutti gli anni. Il 30% dei morti sul lavoro spariscono ogni anno dalle statistiche. Tra l’altro e in ogni caso i morti sui luoghi di lavoro monitorati dall’Osservatorio sono sempre molti di più di quelli monitorati dell’INAIL. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di Torino morti poche settimane prima
Le morti verdi provocate dal trattore
Strage verde sui campi
Con l’ultimo morto in provincia di Savona sono già 35 gli agricoltori schiacciati dal trattore nel 2018. Nel 2017 sono morti schiacciati dal trattore 139 agricoltori, ma occorre aggiungerne tanti altri che sono morti per essere stati trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Oltre 600 sono morti nell’ultima legislatura e oltre 1400 da quando dieci anni fa è stato aperto l’Osservatorio. Anche quest’anno più del 20% dei morti per infortuni su di tutte le categorie sono provocate da questo mezzo che. Assurdo che il Parlamento a primavera 2017 ha rinviato per l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo sterminatore di agricoltori a sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Una legge del 2002. Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni senza nessun risultato) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori. Speriamo nel nuovo
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove nelle fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Grazie amici di facebook che a centinaia a volte migliaia visitate questo sito ogni giorno
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it
I morti per infortunio sul lavoro quanti sono?
Se uno guarda superficialmente i dati dei morti sul lavoro si entra in uno stato confusionale. Sono reali quelli dell'Osservatorio o quelli dell'INAIL? A prima vista sembrano di più quelli dell'INAIL, ma occorre ricordare che quelle diffuse dall'INAIL sono denunce e non riconoscimento delle morti che questo istituto dello Stato analizzerà in secondo. Dopo diversi mesi dell'anno successive l’INAIL diffonde il numero di morti per infortuni riconosciuti come tali, sono mediamente il 30% in meno ogni anno. Resuscitano? No, è che tante di queste morti sono in itinere o di non assicurati all'INAIL, o in nero, oppure di non loro pertinenza. Comunque se si guardano i dati complessivi comparati, quelli diffusi dall’INAIL, sono ovviamente molto meno delle morti di questo Osservatorio che monitora tutti i morti sui LUOGHI DI LAVORO da ben dieci anni, indipendentemente dal lavoro svolto o dall’assicurazione di riferimento. Se si confrontano con quelli dell'INAIL occorre sempre ricordare che nelle denunce pervenute all'INAIL ci sono anche i morti sulle strade e in itinere che sono ogni anno dal 50 al 55% di tutte le morti sul lavoro.
Se si vuole fare una comparazione vera occorre confrontare i morti senza mezzi di trasporto dell’INAIL con quelli sui LUOGHI DI LAVORO dell’Osservatorio.
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Nel 2016 in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre andavano o tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne sovraccaricate sul posto di lavoro, oltre che dal carico famigliare e dai lavori domestici. Quando in itinere sono alla guida di un automobile hanno spesso incidenti anche mortali. Molti infortuni poi non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa specifica dell’itinere. E quando andate a vedere ogni anno le denunce per infortuni pervenute all’INAIL vi accorgete che poi successivamente non vengono riconosciute come morti sul lavoro mediamente il 30/40% delle denunce per infortuni mortali. Occorre ricordare che anche quest’anno, come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore schiacciato dal trattore che guida. Ma con questa casta parlamentare, nessuno escluso, parlare della vita di chi lavora e come parlare di niente. Le percentuali delle morti nelle varie categorie sono sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più del 30% delle morti sul totale, segue l’edilizia che supera ogni anno il 20%. Poi l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e quarto posto in questa triste classifica. Ma queste due categorie sono sempre sotto il 10%, nonostante milioni di addetti e questo, per fortuna, abbiamo ancora sindacati che esercitano controlli sulla Sicurezza. Gli stranieri morti per infortuni sui luoghi di lavoro sono in questo momento il 10% sul totale. E’ spaventoso pensare che i nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata l’età per andare in pensione di molti anni anche a chi svolge lavori pericolosi. Anche quest’anno oltre il 20 % dei morti sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) ha dai 61 anni in su.
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Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

domenica 29 aprile 2018

Negli ultimi tre giorni sono morti 10 lavoratori, sette di questi schiacciati dal trattore. La morte di Giuseppe Spagnoli probabilmente provocata da esalazioni e non rimase fulminato


La Spezia, 29 aprile 2018  Gabriele Spagnoli non era morto fulminato come sembrava al momento della morte, ma  a causa delleesalazioni di monossido di carbonio. Lo ha stabilito l’anatomopatologa Susanna Gamba all’esito dell’autopsia sul corpo dell’operaio sarzanese di 53 anni che il 23 febbraio scorso, durante delle operazioni di sabbiatura. Spagnoli morì molto probabilmente per avvelenamento da fumi conseguenza di qualche malfunzionamento delle apparecchiature che stava utilizzando. Eppure usava una maschera protettiva.
Il 1° maggio porta il lutto al braccio. Video di carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro: parla della "festa2 del 1° maggio 


https://www.facebook.com/carlo.soricelli/videos/10211733156940735/

venerdì 27 aprile 2018

Dopo la morte del piccolo Guglielmo, morto schiacciato dal trattore guidato dal padre, altri tre agricoltori hanno perso la vita schiacciati da questo mezzo mortale

Dopo aver appreso due giorni fa dell'angosciosa morte di Guglielmo, un bambino di 5 anni, trasportato incautamente dal padre su questo mezzo mortale apprendiamo della morte di altri tre agricoltori schiacciati dal trattore nelle province di Rieti, la vittima, Massimo Gennari aveva solo 45 anni, nella provincia di Messina ha perso la vita Giuseppe Belbruno di 50 anni, della provincia di Siena un altro morto schiacciato dal trattore  di cui non conosciamo ancora l'identità e gli anni. Chi pensa che questa strage sia solo tra gli anziani si sbaglia a morire in modo così tragico ci sono lavoratori di ogni età. Il trattore è una macchina mortale, che uccide anche senza aver commesso nessun errore, ma per il terreno che spesso è infido. Le Istituzioni, la politica poteva far molto, ma non ha mai mosso un dito per arginare questa autentica carneficina provocata dal trattore. Sono stati solo capaci di rinviare per l'ennesima volta una legge europea del 2003 che obbligherebbe chi guida questo mezzo a sottoporsi a un esame per il rilascio di un patentino. Non sarebbe risolutivo, esiste un parco trattori vecchio ed obsoleto, che tantissimi agricoltori, senza incentivi non possono certo affrontare una spesa così elevata. Ma la politica, chi mandiamo in Parlamento avrebbe l'obbligo di trovare soluzioni, ma non l'hanno mai fatto.    Il 1à Maggio mandiamo un segnale forte alla politica e ai sindacati, portiamo il lutto al braccio. I Lavoratori sono stati lasciati soli e abbandonati in questo ventennio. Devono tornare protagonisti, far cancellare leggi ingiuste come la Fornero e il Jobs act, che incrementano il numero di morti sul lavoro: il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) ha più di 60 anni, il jobs  abolendo l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per tutti i nuovi assunti impedisce al lavoratore di dire la sua anche se gli viene richiesto di svolgere un lavoro pericoloso. In questo momento siamo a 213 lavoratori morti sui luoghi di lavoro, oltre 450 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

giovedì 26 aprile 2018

La morte nel piacentino di un bambino di 5 anni trasportato a bordo di un trattore dal padre apre una finestra desolante sul nostro Paese e fa comprendere la crisi della sinistra e della politica. Papà che hai visto morire il tuo piccolo, sappi che che c'è chi è più di te della morte del tuo bambino. È la classe dirigente del Paese.








La tragedia di Piacenza, dove un bambino di 5 anni è morto schiacciato da un trattore mi porta ad una serie di riflessioni. Si comprende molto bene dietro a questa morte la crisi della politica e del PD che ha governato in questo ultimo decennio. Dopo il primo anno di monitoraggio delle morti sul lavoro, il 2008, mi ero accorto che c’era un grandissimo problema: un morto sui luoghi di lavoro su cinque era provocato dal trattore. È stato così ogni anno. Centinaia di mail a scongiurare chi ci governava di fare qualcosa, di affrontare il problema. L’INAIL non monitorava queste morti, quindi questi lavoratori non erano morti. Fantasmi. Neppure oggi nel conteggio dei morti  non risultano in larga parte. Arriva Renzi il “rottamatore” guardato con una certa simpatia, finalmente arriva un giovane che spazza via la vecchia politica e porta aria nuova. Invece era solo trasformismo, il vecchio potere si riciclava per nulla cambiare: le lobby parlamentari trasversali in ogni partito continuavano a comandare. Si insediano Renzi, Martina Poletti, era il febbraio 2014. Mando loro una mail scrivo come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro “il governo sarà giudicato da quello che farà”. Continuavo: c’è un’emergenza in questo momento: con l’arrivo del bel tempo tra pochi giorni ricomincerà la strage di agricoltori schiacciati dal trattore; fate qualcosa, almeno una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo, oltre che a mettere a disposizione fondi per acquistare o mettere in Sicurezza i vecchi trattori. Eppure Renzi era compulsivo, twittava su tutto, anche su cose banalissime. Niente, neppure degno di una risposta da nessuno dei tre che ricordo: Renzi Primo ministro, Martina ministro delle Politiche Agricole, Poletti ministro del lavoro. Tra l’altro vedevo l’interesse in rete verso le tragedie delle morti sul lavoro: centinaia di migliaia di cittadini italiani avevano visitato l’Osservatorio, consultavano una fonte indipendente non legato al potere economico e politico. Scrivevo e mi raccomandavo ogni anno: direi ogni mese con Report, che ricevevano anche tantissimi parlamentari “sinistri”. Chi segue l’Osservatorio da tempo sa bene delle mie innumerevoli mail, mi raccomandavo nei post di utilizzare tutti gli accorgimenti, di non trasportare incautamente a bordo i bambini  a bordo del trattore, che morivano numerosissimi schiacciati anche loro da questo mezzo mortale. Ma io non condanno questi genitori, che non sono informati: il trattore è una macchina infernale che uccide, anche senza commettere nessun errore. Ho anche scritto post e mail ai familiari: state attenti, non fate salire su questo mezzo padre nonni, e anche giovani se non sono in un perfetto stato di salute, il territorio collinare italiano soprattutto nelle mezze stagioni inganna, apparentemente asciutto sopra, è bagnato e cedevole in profondità e con il mezzo in manovra il terreno cede trascinando la vittima che cade di lato con il trattore, oppure frontalmente.  Niente, mai un segnale d’interesse da parte di una sinistra degli apparati e degli interessi lobbistici. Anche da questi aspetti fondamentali, che i lavoratori e la povera gente hanno punito il PD. Se in un aspetto fondamentale come la Sicurezza sul lavoro il Governo che si dice di “sinistra” non batte un colpo, ignora chi come me, senza nessun interesse fa volontariato impegnando larga parte del suo tempo di pensionato, pur avendo grandi passioni, come potete pensare che chi lavora vi voti ancora? Insomma, i morti sul lavoro come metafora della crisi di questo partito che ha scelto di rappresentare i più ricchi. Come non indignarsi nell’apprendere che una legge europea del 2003 (2003) obbligherebbe chi guida questo mezzo a sottoporsi ad un esame per la guida, che viene per l’ennesima volta rinviata la primavera scorsa?  Allora via verso altri lidi. E ho votato dopo cinquant’anni un partito che non si considera di sinistra. Si può dire “se questa è sinistra meglio scappare?” Si, e come me hanno pensato allo stesso modo milioni e milioni di cittadini italiani. Caro papà che hai visto il tuo piccolo morire in modo così tragico, io ti sono vicino, so che hai commesso una leggerezza, ma se ti avessero informato della pericolosità di questo mezzo, se ti avessero obbligato a sottoporti ad un esame per la guida di un trattore, se allesame ti avessero informato e studiato che tra le mani hai un mostro,  di sicuro non lo avresti fatto salire. C’è chi ha molte più responsabilità di te per questa morte. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro






martedì 24 aprile 2018

25 aprile Festa di Liberazione dal nazifascismo. I morti sul lavoro, la nuova Resistenza



25 aprile Una mia poesia sui Partigiani e quadri e sculture che ne onorano la memoria
Quanti cippi ci sono ai bordi delle strade
foto sbiadite in bianco e nero
di giovani partigiani ancora senza barba
hanno capelli neri pettinati all'indietro
come andavano a quei tempi.
Qualche fiore di plastica
ne onorano ancora la memoria.
Solo alla ricorrenza della loro vita strappata
qualcuno ancora porta fiori freschi
Questa poca libertà che abbiamo
è stata donata col loro sacrificio.
Libertà donata da giovani corpi pieni d'energia
che non sopportavano di volare con catene.
Anche per loro c'è l'oblio del consumismo
che spegne ogni passione, i ricordi e gli ideali.
Canta Guccini che gli eroi sono tutti giovani e belli.
Ma dimenticati.

Commento all'articolo di Marco Bettazzi sulle morti sul lavoro


Ma c…, vogliamo affrontare almeno per una volta e in modo serio e approfondito le terribili tragedie delle morti sul lavoro. Ho letto questa mattina su Repubblica di Bologna un articolo di Marco Bettazzi, con commenti che mi hanno fatto trasecolare, tra l’altro di esponenti come Bruno Papignani e altri sindacalisti che conoscono bene la situazione. Tutto quello che è scritto è solo interpretazione di una parte del fenomeno. Si cita l’Osservatorio che ho aperto dieci anni fa dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino. I sindacati anche in questo caso e mi riferisco a CGIL CISL e UIL dimostrano una scarsa, e addirittura mancanza di conoscenza di queste tragedie. Eppure, sono informati, fanno come a Roma: prendono per buoni solo quello che diffondono le statistiche ufficiali. Ma  questo fenomeno drammatico per oltre 1000 famiglie ogni anno, occorre, se ne parla, conoscerlo a fondo.

Non vengono mai separati i morti sui luoghi di lavoro da quelli che muoiono sulle strade, la maggioranza dei lavoratori morti in Emilia Romagna sono in itinere e non sui luoghi di lavoro come scrive Marco Bettazzi. In Emilia Romagna Sui LUOGHI DI LAVORO nel 2017 i morti sono stati 42, tutti gli altri, ad arrivare a 115 (INAIL) sono morti sulle strade, ma sono addirittura di più perche molti non sono assicurati a questo Istituto.

Quelle che diffonde l’INAIL sono denunce che gli arrivano dai territori, attraverso le competenze, quindi le 115 morti sono solo denunce. Buona parte, come avviene tutti gli anni non verranno poi riconosciute come “morti sul lavoro”, oppure che non sono di loro pertinenza. Andare a verificare quante ne sono state riconosciute delle 115 del 2017.

Delle 42 Le morti sui LUOGHI DI LAVORO (Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro) di cui dovrebbero occuparsi i sindacati sono per la stragrande maggioranza nei servizi all’industria, tra gli artigiani, nell’edilizia e in agricoltori. Un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA sono di “schiacciati dal trattore”  Già 3 in Emilia Romagna dall'inizio dell'anno (uno su cinque), ma se sono anziani non sono considerati come tali. 


Nelle fabbriche sui LUOGHI DI LAVORO (dentro la fabbrica) muoiono in pochissimi, tra l'altro per la maggior parte non dipendenti dell'azienda stessa, ma negli appalti. la stragrande maggiornaza dei morti sui luoghi di lavoro sono in aziende dove non ce l’Articolo 18 dello statuto dei lavoratori, quello tolto col Jobs act a tutti i nuovi assunti

Se sono stati 42 in Emilia Romagna i morti sui luoghi di lavoro nel 2017, e non temo smentite, il sindacato deve occuparsi e capire dove sono e in che ambito lavoravano, altrimenti si fa una confusione che impedisce di fare interventi seri e mirati

Moltissimi lavoratori, anche sindacalizzati muoiono sulle strade, ma sono un’altra cosa rispetto a quelli che muoiono sui luoghi di lavoro. Occorre comprendere le ragioni per le quali tantissimi muoiono sulle strade e in itinere e mettere in campo eventualmente azioni mirate. Ma queste devono coinvolgere soprattutto le amministrazioni locali e nazionali. Le donne ogni anno muoiono a centinaia, non sui LUOGHI DI LAVORO, ma sulle strade e in itinere

In Italia un lavoratore su cinque, morto sui LUOGHI DI LAVORO a volte uno su quattro ha più di 60 anni, come
non chiedersi se la Legge Fornero, che ha incrementato le morti in tarda età,  che non ha mai distinto per l’allungamento della pensione chi svolge un lavoro pericoloso (per se e per gli altri) da uno che non lo è  una legge giusta.

I sindacati, ma questo riguarda anche le amministrazioni regionali e locali, non analizzano bene il fenomeno, fa comprendere che lo fanno solo burocraticamente, per anni ho sentito solo questa frase “mai più morti sul lavoro” senza mai mettere in campo azioni mirate e adeguate, senza poi farsi  forza del fatto che dove sono presenti muoiono in pochissimi.

Tra l’altro il giornalista Bottazzi scrive che l’Osservatorio ha monitorato 16 morti sul lavoro (è vero) ma a nessuno viene in mente che se rapportati ai 115 dell’intero 2017 (INAIL) assisteremo a un clamoroso calo delle morti, cosa non vera e in linea, purtroppo con gli anni precedenti. Si vada a vedere chi sono i morti sul lavoro anche quest’anno che confermano quello che scrivo.

Sono molto contento che in importanti fabbriche bolognesi, come la Ducati e la Lamborghini i delegati sindacali mi hanno chiamato per parlare del fenomeno, si vede che tra i lavoratori, una certa credibilità l’Osservatorio ce l’ha. Cosa che non sembra ci sia nei vertici.  

Caro Papignani, ci conosciamo da tantissimi anni, apprezzo quello che fai e hai fatto, da segretario regionale e bolognese della FIOM, un sindacato in cui sono stato iscritto quando lavoravo, sono stato anche delegato per anni. Ma se anche tu ti appelli a Monsignor Zuppi senza mai poi commentare e andare a vedere se quello che scrivo è vero, vuol dire che “parlate” solo tra di voi e non apprezzate uno come me che questo lavoro lo fa da volontario, impiegando oree  ore al giorno per anni e gratuitamente. Davvero una grande tristezza. Tra l’altro sono anni che vi e ti chiedo di portare il lutto al braccio il 1° maggio, in segno di solidarietà verso i tanti lavoratori che muoiono sui lavora, mai sono un normale cittadino che non è degno neppure di una risposta.


lunedì 23 aprile 2018

Il 1° maggio porta il lutto al braccio. Dopo la divagazione artistica torniamo alle tragedie delle morti sul lavoro: altri morti ancora e siamo arrivati a contarne già 206

206 morti sui luoghi di lavoro a oggi 23 aprile perdono la vita altri lavoratori a Venezia ha perso la vita un operaio di 60 anni che è caduto da un'impalcatura esterna mentre lavorava in un Hotel. Sessant'anni su un'impalcatura, la morte è facile da prevedere. A perdere la vita anche un altro edile nella provincia di Parma: è morto travolto da una fontana. Di questa vittima non conosciamo l'età. E' morto invece cadendo da un dirupo un agronomo che stava tagliando l'erba. La terza vittima nella provincia di Sassari. Gli italiani stanno finalmente prendendo coscienza del numero enorme di lavoratori che perdono la vita. Il 1° maggio porta il lutto al braccio Io lo faccio da diversi anni. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

domenica 22 aprile 2018

L’arte che guarisce anche il corpo | ElecTO Mag Rubrica Accademia dei Pugni: "L’arte che guarisce anche il corpo". Ho appena finito di scrivere un post sui “soliti” quattro lavoratori che ogni giorno muoiono per infortuni. Passare all’arte, a scrivere qualcosa sull’arte, porta per lo meno un po’… ELECTORADIO.COM. Ho appena finito di scrivere un post sui “soliti” quattro lavoratori che ogni giorno muoiono per infortuni. Passare all’arte, a scrivere qualcosa sull’arte, porta per lo meno un po’ di sollievo.. Grazie a Adele Piazza per avermi dato questa possibilità


Ho appena finito di scrivere un post sui “soliti” quattro lavoratori che ogni giorno muoiono per infortuni. Passare all’arte, a scrivere qualcosa sull’arte, porta per lo meno un po’ di sollievo.

Dipingo e scolpisco da ormai cinquant’anni. Il primo quadro è stato a diciotto anni; un vaso di fiori per una ragazza che mi piaceva. Ho continuato per tutta la vita. Parlare di arte è come parlare di sé stessi e del mondo che ti circonda.
Dare una definizione all’arte è come voler chiudere in uno spazio qualcosa che è impossibile fare. Dentro c’è tutto l’uomo, la scintilla che ha acceso quell’uomo o quella donna che, appena retti sulle gambe, hanno cominciato a osservare orizzonti lontani, per poi cercare di riprodurli con le mani: un fiore, un sasso colorato, una conchiglia: il bello della natura che entra in sintonia con il proprio io e cercare di riprodurlo per sé e per gli altri. Probabilmente sarà stato un giovane come lo ero io che voleva far colpo su qualcuno, o una donna che lega sassi e conchiglie per lo stesso motivo. Insomma, la ricerca del bello c’è da sempre tra gli umani.
L’arte, quella vera, non è mai banale, non è mai superficiale. Superficiali sono le opere create solo per il mercato. Dentro a un’opera, di qualsiasi tipo, ci deve essere quella scintilla che si è accesa in quegli antichi nostri progenitori. La trasmissione di quell’impulso primordiale lo conserviamo e lo passiamo da generazione in generazione.
Conosco bene la storia dell’arte, conosco le varie correnti, l’evoluzione e l’involuzione che ne corso dei millenni l’arte ha accompagnato l’uomo.
C’è chi cerca l’aria e la luce, chi vuole lasciare una testimonianza del suo tempo, come ho fatto io raccontando tutte le problematiche sociali.
Ma la nuova frontiera sarà l’arte che “guarisce”. Tanti anni fa mi ero accorto che alcune persone, quando facevo mostre mi dicevano che si sentivano meglio quando uscivano: avevo mal di testa e mi è passato. Mi è passato il mal di pancia. Oppure avevo male al braccio e ora non più. Mi chiedevo come mai. Ho pensato alla sindrome di Stendhal, ma se guradando un’opera d’arte provoca un malessere così forte, addirittura con ricoveri ospedalieri, perché non possono esserci effetti positivi anche sul piano fisico? Ho iniziato così, oltre vent’anni fa a creare opere specifiche per vedere se si potevano far interagire con l’osservatore.
Il primo esperimento al Museo Zavattini nel 1997: c’erano una cinquantina di persone: è stata un’esperienza incredibile, in tanti altri si sono alzati senza più dolori. Quell’opera “cavaliere pranico”, un autoritratto su un cavallo nero con colori particolari la volle il Museo e si trova ancora lì. I risultati sono sempre stati sorprendenti quando si guardano con determinati accorgimenti i quadri pranici http://pitturapranica.blogspot.it , ma è difficile far comprendere che l’arte, se vera, se adatta, in un contesto particolare può avere gli stessi effetti di un antidolorifico, o anche incidere su patologie piu importanti.
La Dottoressa Donatella Dammacco, medico di famiglia del bolognese con migliaia di pazienti, venne su a vedere la mia casa museo e, incuriosita, si sottopose nella stanza pranica all’esperimento che dura solo cinque minuti: soffriva di ernie. Il silenzio, il rapportarsi con l’opera, il togliersi di dosso ogni preoccupazione, liberare il cervello, questo è quello che bisogna fare. Anche lei, come tantissimi altri si sono alzati senza più dolori. Mi ha scritto meravigliata: non so come, non so perché, ma ha funzionato.
Ma è difficile anche per chi ha avuto effetti benefici di questo tipo (e sono centinaia) credere che si può star meglio solo guardando un quadro. La dottoressa non aveva più dolori.
musei cambieranno; ci saranno sale apposite dove capolavori del passato saranno visti in altro modo. Sarà il silenzio, e la contemplazione a regnare e a dare benessere psicofisico: immaginate la primavera di Botticelli vista non nella calca, ma in una sala apposita, è un’opera pranica. Guarirà, si che si guarirà da tanti mali, anche fisici oltre che psicologici. Ma purtroppo i tempi devono ancora maturare.
Ho visitato numerosi musei, grandi opere che ti commuovono per la bellezza, ho avuto le lacrime agli occhi vedere La Pietà e Il Giudizio Universale, grandi capolavoro dell’arte universale, ma la stessa emozione, la stessa grandezza e bellezza dell’arte me l’ha data un piccolo oggetto che ho trovato camminando su un greto di un fiume.
Un capolavoro altrettanto bello: un’accettina votiva di giadeide di colore verde, non sapevo di cosa si trattasse, vedevo solo la perfezione di questo piccolo manufatto, la bellezza, ne intuivo il valore artistico. Poi proprio un amico torinese mi ha detto cos’era, un’accettina votiva che dotava l’oggetto di un’incredibile potenza.
Erano opere d’arte che l’uomo attraverso la perfezione voleva donare e riuscire ad entrare in sintonia col trascendente: comunicare col mistero della vita. Poche in Italia, ma diverse in Francia: l’arte era già universale nel neolitico. Ecco l’arte il meglio degli umani.

sabato 21 aprile 2018

Superati di slancio i 200 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno e oltre 400 con i morti sulle strade e in itinere. La Lombardia arriva a contare 27 morti sui luoghi di lavoro, non di 18 come viene riportato da tanti siti.

Sindacati se parlate di morti sul lavoro informatevi da più fonti prima di parlare di cose che non conoscete. I morti sui LUOGHI DI LAVORO, dopo la tragedia di Monza di ieri pomeriggio sono 27 e non 18 come si legge e come viene riportato da varie fonti (che vengono poi da una sola). In questo momento su queste tragedie ha sperato di slancio il Veneto che per fortuna è rimasto fermo a 22. ma un altro agricoltore ha perso la vita nel torinese.Vogliono far passare il messaggio che i morti schiacciati dal trattore, che in questo periodo sono numerosissimi, sono tutti anziani e malati, non è così muoiono anche a 26 anni,, a 50. E' un mezzo mortale, certo per gli anziani c'è l'aggravante degli acciacchi dovuti all'età, ma non è questo l'aspetto che ne uccide tanti, ma è sempre la sottovalutazione: nessuno dice che il trattore è una macchina da morte, che anche se sei giovane e attento se non hai un mezzo adeguato, o non usi tutte le precauzioni, con il terreno che è infido, la morte è quasi certa in cado di cedimento del terreno, soprattutto in collina o di fianco a fossi. Ma in provincia di Gorizia ha perso la vita un edile di 58 anni. Insomma sangue, sempre sangue, tanto sangue. L' orologio della morte corre impazzito in questi primi mesi del 2018, se continuerà così, sarà una strage mai vista, almeno in questi ultimi dieci anni, da quando li monitoro, già a 20% in più rispetto al 2008 anno di apertura dell'Osservatorio, Chi parla di cali di morti per infortuni in Italia è .............Carlo Soricelli

venerdì 20 aprile 2018

Strage verde, altri due agricoltori schiacciati dal trattore nelle province di Siena e Lodi, ma anche un "adetto alle pulizie è morto schiacciato da un carico di materiale in una ditta di materie plastiche

Come era ampiamente prevedibile in questo periodo, in base al dati raccolti in questi dieci anni, la strage verde, cioè di agricoltori schiacciati dal trattore diventa giornaliera: oggi ben due hanno perso la vita in modo così atroce. Ho lanciato l'allarme come tutti gli anni, ma nessuno lo raccoglie. Prevedo che anche quest'anno senza un intervento forte e mirato, i morti causati da questo mezzo supereranno i 150. In questi dieci anni nessun politico si è occupato di queste tragedie. Siamo già a 28 dall'inizo dell'anno a morire in modo così orrendo. ma anche un marocchino di 50 anni un "addetto alle pulizie" è rimasto schiacciato da un carico di plastica di 8 quintali, ma come, un addetto alle pulizie (così trovo scritto in diversi post) sposta quintali di materiale?

I morti sul lavoro un'emergenza europea, così ci scrive Giuseppe Soricelli dalla Francia

Giuseppe Soricelli Zuzolo delegato sindacale CGT della Carrefour francese. 14000 mille morts en dix ans, c'est un génocide ouvrier. Stop aux capitalisme barbare et les nouvelles méthodes d'esclavage. En France. Cari amici fate sentire Giuseppe ancora un pò italiano, come del resto si sente, anche se nato in Francia. Mio nipote mi scrive che i morti sul lavoro non sono solo un problema italiano, ma anche francese e europeo. Urge creare un osservatorio europeo Indipendete con diramazioni in tutti i Paesi. Ecco cosa scrive mio nipote dalla Francia, lui è nato lì. Sapevo solo che i miei cugini erani emigrati in Francia nel 1960 e che avevo nipoti mai visti e conosciuti. Internet ci fa riscoprire le radici comuni. E' così anche con i parenti americani. noi del sud abbiamo "sangue" in tutto il mondo. Giuseppe è un delegato sindacale della CGT alla Carrefour, il glorioso sindacato di sinistra francese, conosce l'italiano parlato in casa dai genitori. Che dire di Giuseppe Soricelli Zuzolo, buon sangue non mente. Il papà di Giuseppe quand'era giovane e poco dopo con la valigia di cartone partiva da Cesine una frazione di San Giorgio del Sannio di Benevento per la Francia. Noi del sud,emigrati in tutto il mondo non potremo mai essere razzisti, noi il razzismo lo abbiamo subito. La seconda foto è di Giuseppe, figlio di mio cugino.
Giuseppe Soricelli Zuzolo
Giuseppe Soricelli Zuzolo 14000 mille morts en dix ans, c'est un génocide ouvrier. Stop aux capitalisme barbare et les nouvelles méthodes d'esclavage. En France, nous sommes dans le même cas de figure. Il n'a pas d'observatoire, mais plus de morts en 10 ans. Plus de 13000 morts. Il y'a une forme de compétition nauséabonde de morts en Europe. Ne parlons pas de l'Allemagne qui bat tout les records. 15000 morts en 10 ans, essentiellement des émigrés en situation douteuses, sans protection sociale. Carlo Soricelli

giovedì 19 aprile 2018

E' normale un Paese dove un 69enne muore cadendo da un tetto?

La tragedia a Mondello di Palermo. Emanuele Di Paola stava lavorando su un tetto di una palazzina ed è caduto al suolo morendo sul colpo, lavorava con il figlio. Prima che entrasse in vigore la Legge Fornero avevo scritto innumerevoli volte ai politici, scrivevo loro che oltre il 20% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) avevano più di 60 anni. Niente, a nessuno di loro è venuto lo scrupolo d'andare a cotrollare, di pensare, ma se è ero, condanniamo tanti anziani a morte certa, non si possono svolgere lavori pericolosi se si è anziani con acciacchi e salute malferma. sono assassini politici. Questa legge è quanto di più ingiusto si possa fare ai dannoi dei lavoratori. Ma in questi ultimi vent'anni siamo stati governati da lobby che si sono arricchite togliendo diritti e salari ai lavoratori. Sono stati puniti, ma sono sempre lì a comandare. Vediamo che succede se  chi ha vinto le elezioni questa volta fa qualcosa e non pemetta che si continuano a far morire
anziani con leggi capestro e mortali.

Aumento spaventoso del 19,5% dei morti sui luoghi di lavoro rispetto al 18 aprile del 2008, ma un aumento del 10,3% rispetto al 2017. smettiamola di giocare coi morti sul lavoro dicendo che ogni anno calano. Non è vero, li fanno calare per convenienza politica e non solo. I sindacati per il 1° maggio, che in questo periodo non è festa, ma morte tra i lavoratori, anche quest'anno non ignorino l'appello dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro; chiedano nelle piazze quel giorno di portare il lutto al braccio. Non ci può essere festa quando migliaia di lavoratori muoiono per infortuni sul lavoro.



I Sindacati facciano portare il lutto al braccio ai lavoratori.  Anche ieri 18 aprile due morti sui luoghi di lavoro arriviamo all'incredibile numero di 195, il 18 aprile del 2008 erano 157. L'aumento del 19,5% rispetto a dieci anni fa è spaventoso. Non parlateci di cali, non giocate su questi numeri orribili. Ma l'aumento è terribile anche verso il 18 aprile del 2017: quel giorno di morti sul lavoro dall'inizio dell'anno erano 175, l'aumento è del 10,3%. Quest'anno come non mai, i Sindacati devono fare il massimo sforzo per sensibilizzare i cittadini italiani e la politica verso queste tragedie, è inammissibile avere tanti morti sul lavoro. Dove sono presenti i morti sono pochissimi, ma questo non vuol dire che non si devono occupare anche dei lavoratori che non hanno rappresentanza sindacale e l'articolo 18. ricordo ancora una volta che sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) le morti per infortuni sono per oltre il 95% in luoghi di lavoro dove non c'è rappresentanza sindacale e articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, La precarietà, e sono precari a vita anche tutti i nuovi assunti col jobs act. la legge Fornero, che non ha mia distino tra chi svolge in tarda età un lavoro pericoloso da uno che non lo è,  basta lavoratori con salute malferma e anziani che svolgono lavori pericolosi per se e per gli altri. uccide molti lavoratori,  oltre il 20% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni e questo qualcosa vorrà pur dire.

mercoledì 18 aprile 2018

Ancora sangue, tanto sangue altri 4 lavoratori hanno perso la vita il 17 aprile. Basta ai lavori appaltati e assassini

Anno orribilis quello che sta diventando il 2018 per le morti sul lavoro. Anche ieri 4 lavoratori hanno perso al vita lavorando. Aveva solo 25 anni anni Giuseppe Todaro, è morto nell'agrigentino, nella culla della civiltà occidentale, cadendo da un traliccio da trenta metri d'altezza. E' morto come tanti in aziende che lavorano in appalto anche per lo Stato, o per i grandi gruppi privati che oltre ad appaltare il lavoro, appaltano anche la vita di tanti lavoratori. Grandi aziende bolognesi come Ducati e Lamborghini come hanno detto in Assemblee Sindacali in cui sono stato invitato come curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, che con le loro aziende stanno cercando di mettere in "Sicurezza" tutta la filiera. Cioè che le ditte che lavorano per loro devono avere lo stesso standard di sicurezza che ci sono nei loro stabilimenti. Speriamo si riesca finalmente a porre un argine a questi lavoratori che muoiono nelle grandi aziende ma che non sono dipendenti delle aziende stesse. A perdere la vita anche un giovane papà alla Dalmine di Potenza, del Gruppo Marcegalia, Carmine Piceni aveva solo 39 anni, è rimasto schiacciato da una lastra di acciaio, ora i sui due figli sono rimasti senza papà, cresceranno senza i meravigliosi papà di adesso che amano i figli più di loro stessi. ma non dimentichiamoci. Giusi Caggianese sempre di Potenza, diventata mia amica di Facebook, tutti i giorni piange e non si capacita ancora che suo fratello Antonio non lo vedrà più. Antonio aveva solo 28 anni ed è morto in un'azienda di compostaggio. Ma sono decine e decine gli amici di Facebook che hanno perso un loro caro. Urlano tutti la loro disperazione, impossibile d'accettare morti così atroci: mentre si cerca di vivere e far vivere i propri cari con il loro lavoro. Che cosa puoi dire a loro, come comprendere una sofferenza così disumana, che chi non l'ha vissuta non può neppure comprendere a che livelli può arrivare. Poi ricordiamo anche gli altri due morti; sono due agricoltori schiacciati dal trattore: uno di 49 anni e un altro di 84.  Da oltre un mese sto cercando di sensibilizzare, come del resto faccio inutilmente da dieci anni contro questa carneficina che in questo periodo vede morire uno o due agricoltori al giorno. Già 27 dall'inizio dell'anno. In questo momento siamo arrivati all'incredibile numero di 193 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO
Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

martedì 17 aprile 2018

Forza matteo, siamo con te

All'amico Mondini Matteo tutta la solidarietà mia personale e degli amici di Facebook, comunque la pensino politicamente, la battaglia che anche l'Osservatorio sta conducendo da oltre dieci anni non è solo rivolta agli infortuni mortali, ma anche per evitare gli infortuni gravi come quello che ha subito Matteo. Se la politica si fosse o
ccupata di queste tragedie e non le avesse ignorate, anche tanti infortuni come quello che ha subito Matteo, che sono migliaia ogni anno, si dimezzerebbero. Dietro alle morti sul lavoro che ribadisco CON PROVE, visto che le morti sul lavoro vengono monitorate tutte dall'Osservatorio e non solo gli assicurati INAIL, che sui LUOGHI DI LAVORO (escluso l'Itinere) non sono mai calate in questi dieci anni, anzi la tendenza è ad un aumento costante

Matteo Mondini ha attivato una campagna su Facebook per chiedere giustizia dopo l'infortunio - News Le Iene
IENE.MEDIASET.IT

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?